IO E LA MATEMATICA

Se dovessi identificare in due termini il mio rapporto con la matematica userei i termini “amore ed odio”: l’ho odiata nei primi anni della mia vita, nei primi approcci, in seguito procedendo nel mio cammino scolastico ho iniziato ad amarla e soprattutto a comprenderla sempre meglio. Nonostante ciò non ho mai avuto esperienze così tragiche e negative da suscitare in me un atteggiamento di vero rifiuto e repulsione verso questa disciplina, sicuramente dovuto alla capacità di tutti i miei docenti di rendere le lezioni coinvolgenti ed accattivanti.
I primi anni della mia vita scolastica, quindi, sono stati caratterizzati da un rapporto di odio nei confronti di questa materia, in quanto non riuscivo ad ottenere i risultati sperati.
Un esempio è rimasto impresso nella mia mente di quando frequentavo la scuola primaria.
Mi ricordo, infatti, di avere eseguito una verifica in prima elementare e di avere preso come voto il mio irripetibile ed eccezionale quasi ottimo. L’unico errore che avevo commesso era aver risposto ad un’operazione: 4+4=7!! Non lo scorderò mai. Il giorno in cui mi è stata riconsegnata la verifica ero molto triste, non riuscivo a credere di essere stata così vicina alla perfezione da aver commesso un errore così banale. Il mio maestro Tommaso ha cercato in diversi modi a farmi capire che se solo mi fossi concentrata maggiormente nelle altre prove avrei potuto magari raggiungere il voto sperato; ma niente avrebbe mai riuscito a risollevare il mio morale. Da quel giorno non sono mai più riuscita ad ottenere un voto così alto all’interno della scuola primaria.
L’ostilità è aumentata alle scuole medie, soprattutto con la geometria e tutte le varie proiezioni dei solidi. Anche i più semplici problemi da risolvere per me si trasformavano in ore ed ore di esercizi di tristezza, che poi si trasformavano in lunghi momenti pieni di lacrime. Solitamente i compiti li svolgevo con l’aiuto di mio padre, ma comunque non serviva a molto. Non riuscivo proprio a comprendere il meccanismo per giungere alla risoluzione. Soprattutto mi angosciavano i problemi che contenevano dati in frazione. Calcolare che un lato era ¾ più lungo rispetto all’altro era un enorme insuccesso.
Proseguendo gli studi frequentando il liceo delle scienze sociali a Como è iniziata a sorgere lentamente la passione. L’impatto con le equazioni e disequazioni è stato in un primo momento colmo di agitazione e confusione, ma con l’esercizio è diventato addirittura divertente. Per mia fortuna, il liceo ha sempre dato molta importanza anche alle materie scientifiche, senza mai sottovalutarle.
Probabilmente, anche il fatto di aver cambiato quattro insegnanti di matematica nel corso di cinque anni, ha influito sul mio rapporto con tale materia. Non ho mai eccelso in nessuna verifica, ma comunque raggiungevo alla fine dell’anno scolastico sempre la soglia del sette/otto. Anzi a dire la verità ero una delle più brave in questa materia. Nella mia classe composta in quinta da soli 17 studenti, spesso ero richiesta per poter dare semplici spiegazioni e ripetizioni sull’argomento trattato.
Amavo essere chiamata alla lavagna per risolvere operazioni, e nella maggiore dei casi mi offrivo volontaria per risolvere i compiti dati per casa.
Spesso, infatti, sentiamo che la matematica risulta essere uno dei peggiori incubi della gente! Guardando alla mia esperienza mi sono resa conto di come sia stato fondamentale avere avuto attorno gente appassionata, pronta ad incoraggiarmi, a sostenermi e a spendere tempo affinché io comprendessi. Solo così le inevitabili piccole sconfitte che lo studio della matematica porta con sé possono venire affrontate e superate serenamente. Ritengo che niente sia impossibile, forse difficile si, ma non impossibile. Tutto ciò che all’inizio non si comprende può diventare semplice da capire grazie all’aiuto di qualcuno esperto e competente. Grazie, infatti, all’aiuto continuo dei miei insegnanti e amici più grandi sono riuscita ad affrontare ogni sfida matematica, giungendo alla maturità con le capacità necessarie per affrontare nel modo migliore la prova di stato.
Devo ammettere che all’inizio della mia carriera scolastica (scuola primaria e media) non riuscivo a comprendere a pieno l’importanza che la matematica acquisisce nella vita di tutti i giorni. Spesso la giudicavo inutile, ma entrando in relazione con situazioni quotidiane, sono riuscita a comprendere l’estrema importanza che assume.
Nella mia carriera liceale e universitaria spesso mi capita di lavorare nel periodo estivo in un piccolo bar presso una piscina pubblica. In questa occasione mi capita abitualmente di confrontarmi con il lavoro di “cassiera”, ovvero sono impegnata a battere scontrini fiscali in base alla merce che i clienti consumano. Naturalmente capita anche che ci siano situazioni in cui io debba dare il resto, e devo ammettere che ricordo ancora alcune semplici sceneggiate che il maestro Tommaso in quinta elementare ci faceva rappresentare per farci comprendere meglio l’unità didattica. Grazi a questi elementari esercizi posso svolgere senza alcun dubbio questa mansione estiva, senza il rischio di preoccuparmi e ricorrere all’utilizzo di calcolatori elettronici.
Il corso di Matematiche Elementari da un punto di vista superiore mi ha la possibilità di soffermarmi su questa disciplina e per potenziare in me la consapevolezza del valore, della pregnanza e della praticità della matematica nella vita di tutti i giorni.

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